Come ogni distrurbo alimentare dal quale si vuole guarire, la prima cosa da fare è la presa di coscienza di avere un problema da risolvere e una grande forza di volontà e amore verso se stessi che possa spingere, chi ne è affetto, a chiedere aiuto.
Partiamo dal presupposto che chi soffre di sindrome da alimentazione incontrollata, che possa essere binge, anoressia o bulimia, non ha una grande considerazione di se stesso e trova nel cibo un rifugio o una punizione per espiare delle colpe, che in verità non esistono, se non agli occhi del paziente.
Il tutto parte da disturbi mentali, non necessariamente patologici, ma che si presentano in un determinato periodo della vita di soggetti predisposti o geneticamente o caratterialmente, ma che possono comunque essere risolti con un’adeguata terapia psicologica, farmacologia (se necessaria) e nutrizionale per tornare ad avere un rapporto corretto col cibo.
Quello che è importante sapere è che è possibile guarire dal binge eating con percorsi di terapia che richiedono pazienza e volontà, ma sicuramente risolutivi.
Tutti i disturbi alimentari psicogeni hanno cause psicologiche, molto spesso sconosciute al paziente, quindi latenti, magari scaturite da traumi o da dinamiche familiari comportamentali particolari.
La predisposizione genetica e caratteriale, ad esempio in soggetti eccessivamente sensibili o borderline, con mancanza di autostima e insicurezza esagerata, possono aumentare i rischi di cadere in situazioni del genere, manifestandosi attraverso ansia, depressione, attacchi di panico e disturbi alimentari che creano una visione distorta della propria immagine.
L’esempio più palese è quello delle giovani anoressiche, che pur presentando una fisicità “pelle ed ossa” agli occhi delle comunità, saranno sempre insoddisfatte del proprio corpo vedendo continuamente chili di troppo da dover eliminare con un approccio al cibo totalmente errato.
L’obiettivo del terapeuta è quello di seguire il paziente in tutte le fasi di guarigione dal binge eating e condurlo nuovamente ad una vita serena, ponendo fine a dinamiche mentali distruttive per se stesso e per la sua famiglia.